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venerdì

AMSTERDAM

Proprio in questi giorni, con la venuta delle belle giornate, l’aria che comincia ad essere gradevole, e soprattutto lo studio incalzante che ritorna dopo una bella sessione d’esami, come spesso mi accade, sono ritornato a quei bei pensieri d’evasione, ad immaginare di prendermi una bella pausa dalla monotonia delle mie giornate, e fare quello che più mi piace, andare via. È vero, le mie frequenti voglie di allontanamento possono essere intese come una fuga, come rigetto della mia vita, ma non lo sono, a me piace, i momenti che immagino di vivere fanno parte della mia vita. E allora ecco che inizio a consultare i miei soliti compagni di avventura, che solitamente sono o la mia ragazza, o gli amici di sempre.
Si è parlato e cercato di pianificare, meta Olanda, ma alla fine non so come andrà a finire, se si farà o no.
Ricordo ancora la mia prima volta ad Amsterdam.
Fu qualche anno fa, agli inizi di dicembre, per l’immacolata,  con la mia ragazza, la sorella e il fidanzato.
Solitamente, quando si parte, si cerca sempre di sapere e chiedere consiglio da qualcuno che c’è già stato nel posto scelto, o almeno ci si documenta, soprattutto sul clima, se fa caldo o freddo, su come attrezzarsi…
Mai cosa più sbagliata.
Ed ecco che partiamo da casa imbottiti come orsi polari, con calzamaglie e giacconi imbottiti, pronti ad affrontare il polo nord. Già in aereo le calze non si sopportavano, ma dovevano essere indispensabili per affrontare il freddo dei paesi del nord; invece atterrato l’aereo, ci accorgiamo di come tutto possa essere relativo, e di come i nostri cappotti siano stati del tutto esagerati.
Sembravamo Totò e Peppino a Milano, che risate….
“Sfortunatamente” chi ci aveva consigliato, evidentemente era capitato in un’ondata di mal tempo da Siberia, mentre noi ci trovavamo nel passaggio dell’anticiclone delle azzorre.
Che brutto momento quando ho dovuto portare le valigie dalla stazione al nostro albero, con le calze che pungevano e si abbassavano, con un “calore da pazzi”.
Comunque…
Fu proprio una bella settimana, la città era in festa per l’avvento del Natale, e c’erano tutti addobbi e piazze decorate. Piazza Dam era pronta per un film natalizio, con la pista di pattinaggio sul ghiaccio, gli alberi tutti colorati, e le canzoni che riecheggiavano nell’aria.
Amsterdam è una città bellissima, la Venezia del nord, e non è sesso, droga e rock’n roll. Si, c’è anche quello, ma ci sono moltissimi lati da scoprire.
Ricordo le passeggiate nel mercatino dei fiori, il quartiere dei diamanti, il museo di Van Gogh, e tanti altri posti che non ricordo il nome impronunciabile.
Avevamo una buona guida turistica, di quelle che si comprano nelle librerie; decidemmo così di seguire gli itinerari consigliati, illustrati con una mappa e le descrizioni dei singoli punti di interesse.
Ci capitò una cosa molto buffa. Stavamo seguendo un percorso scelto nella guida, all’interno del quale c’era un monumento, il monumento ai gay, l’”homo monument”. Sulla guida era segnato l’esatto indirizzo e comunque illustrato sulla mappa. Noi arriviamo seguendo le indicazioni e ci iniziamo a girare intorno per localizzarlo, ma niente. Domandiamo ai passanti, ma anch’essi ignori di questo “famoso monumento”.
C’eravamo quasi arresi, quando abbasso lo sguardo e vedo un incisione. Ci stavamo sopra.
Era una targa celebrativa di marmo a forma di triangolo. Mamma mia, le risate. E nessuno sapeva dell’esistenza di questa cosa.
Un posto può essere bello o brutto, può piacere e non piacere, ma è una cosa soggettiva, sono i momenti che vivi, come li vivi e con chi, che ti portano ad un giudizio.
Un’altra giornata diversa, la passammo fuori Amsterdam, a zanze shous o una cosa del genere.
È una cittadina famosa per avere delle fabbriche di zoccoli olandesi, mulini al vento (che ad Amsterdam scarseggiano, essendo una città) e caseifici produttori di formaggi olandesi.
Bello, davvero bello, facilmente raggiungibile, circa una mezzoretta di treno dalla stazione centrale, e molto folkloristico. Tutto era accessibile, dai mulini alle fabbriche che ti facevano vedere come venivano costruiti gli zoccoli. Poi una capatina al caseificio, dove con vari assaggi per provare i formaggi, e la scorta di salatini, immancabili, abbiamo fatto un bell’aperitivo.
Molto bello fu anche il giro in vaporetto che facemmo di sera, dove a lume di candela sorseggiammo vino, ascoltavamo musica e guardammo l’esterno, passando per i canali tutti illuminati.
Amsterdam è anche la capitale europea della marijuana.
Una sera andammo al “Bull dog”, una catena di coffee shop famosa. Prendemmo 4 canne già fatte, essendo curiosi di provarla, ma del tutto incapaci nel montaggio, le accendemmo e le iniziammo a fumare.
Le donne si arresero al primo tiro, non essendo neanche fumatrici di sigarette, mentre noi uomini continuammo, le finimmo e, non contenti, prendemmo anche quelle lasciate dalle nostre girls. Ci sembravano piccole sigarette, che non producevano nessun effetto. Quando finimmo, pensavamo che ci avessero solato, essendo quelle piccole, e già preparate. Dico solo una cosa, non fu così.
Uscimmo da lì dentro, e ci dirigemmo verso un burger king per mangiare qualcosa. Le ragazze andarono verso la cassa, e noi ci sedemmo per occupare i posti; fino a quel momento, tutto tranquillo, fin quando io e Pietro, guardandoci intorno, incrociammo i nostri sguardi, iniziammo a ridere come i pazzi, in lacrime, senza nessun motivo. Ebbi paura di morire soffocato dalle risate. Ridemmo come deficienti per più di 20 minuti. E va beh….
Avrò sempre in mente anche quando ci ficcammo all’interno di una Chiesa, con la scusa di visitarla, per ripararci da una pioggerella passeggera. Entrando, ci rendemmo subito conto che all’interno si stava svolgendo un rinfresco per una cerimonia fatta, e c’erano tutti invitati vestiti in maniera distinta, tutti eleganti, con smoking e pellicce, noi invece con scarpe da ginnastica e piumini. Fu così che ci imbucammo ad un battesimo olandese, bevendo e stuzzicando qualcosa, ma “non so come”, alla fine ci individuarono come intrusi e ci cacciarono. Molto divertente, da raccontare agli amici per farsi due risate.
Amsterdam è bella tutta, e penso sempre di tornarci, magari in altri periodi dell’anno, facendo cose sempre diverse, prendendomi una bici e girando per luoghi che non sono riuscito a cogliere e fare esperienze sfuggitemi.
I posti vanno visti almeno una seconda volta….

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